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LE VERE ORIGINI DELLA FIERA DI SAN BIAGIO

LE VERE ORIGINI DELLA FIERA DI SAN BIAGIO

✍️Giuseppe Ruberto, ricercatore storico e divulgatore.

Il toponimo SAMBIASE, secondo lo storico Gaetano Boca (Vena di Maida 1820 - Nicastro 1896, patriota e allievo di Settembrini) nasce dall'etimo xhambàzi, che si legge giambasi e che, in lingua albano-epirota (e perciò pregreca) , è luogo di fiera e precisamente "baratto di cavalli e animali da soma". Successivamente il toponimo fu "cristianizzato" attorno al IX secolo con l'istituzione di un cenobio bizantino di S.Biagio, in onore di Santo, medico e vescovo a Sebaste, in Armenia .

 

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Ricordo del prof. ENRICO BORRELLO nel 50° della sua scomparsa ( 20/12/1968) -

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Ricordo del prof. Enrico Borrello nel 50° della sua scomparsa (20 /12/ 1968) 

 

di Francesco Gaspare Lascala

Che il Comitato 4 Gennaio potesse espungere qualsiasi riferimento a Sambiase e alla sua storia era nelle prevedibilissime premesse, occupato com'era, e come è ancora , nel mascherare le infauste conseguenze della "lotta per le investiture " che ha determinato la fusione lametina in barba ai desideri popolari. Ma che giungesse a non ricordarsi della ricorrenza del 50mo della scomparsa del Prof. Enrico Borrello ricadente proprio nel cinquantenario della fusione, fa ridere di cuore.

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LE NOSTRE MEMORIE BIZANTINE

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Le nostre memorie Bizantine

di Francesco Gaspare Lascala

 

Un posto sicuramente molto importante nella nostra cultura è occupato dalla tradizione bizantina. In un momento molto delicato del nostro sviluppo storico, per un lungo periodo, abbiamo ospitato e convissuto con i monaci basiliani assorbendone modelli religiosi, culturali ed organizzativi. La loro presenza, oltre a rinverdire e consolidare l'antica nostra matrice magno-greca, ha innescato una serie di processi essenziali di transizione dalla cultura pagana alla cristianità di cui ancora non siamo completamente informati per carenza di ricerche storiche e filologiche.
A raccogliere e riannodare i tenui fili residui dell’eredità bizantina, ormai quasi sul culmine del totale oblìo, si è dedicato soltanto una persona, che con estrema sensibilità e passione, ha ricostruito fedelmente la rete dei siti neo-greci del nostro territorio attraverso lo studio di innumerevoli documenti originali le cui copie sono nelle sue affidabilissime mani. Il nostro storico Giuseppe Ruberto, è stato nel 2016, il Mentore di una campagna di ricerche sul territorio, coadiuvato da un gruppo di amici entusiasti, per la riscoperta degli ormai dimenticati siti bizantini che costellano le nostre contrade. Il gruppo, sotto le sue precise indicazioni, ha rintracciato i percorsi e i luoghi, disboscato i sentieri, ritrovato le vestigia murarie, misurato e mappato le zone. Sono emersi resti molto trascurati e perfino maltrattati, al limite della dispersione. Sono però stati riportati, con grande sforzo ed encomiabile iniziativa, di nuovo, all' attenzione della Comunità disattenta.

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L'uartu spertu 'i Giuseppi Rubertu

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L'uartu spertu 'i Giuseppi Rubertu

 

di Francesco Gaspare Lascala

St'uartu u canusciu
'I quand'era mmurvinu,
Citrola e cucuzzialli
Ad unu ad unu.
I pumaduari
Shu bberi prufhissuri,
E nsema
A pipi a cori e mulingiani
Cuntanu fhatti veri
E nno vajani!
Quandu u patruni parra
Stanu ad aricchji tisi
E mparanu a storia
D'u paisi.

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Come nasce una favola

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COME NASCE UNA FAVOLA

 

di Francesco Gaspare La Scala

" Nu ped'alivi chi teni armenu mill'anni. Ull'abbrazzanu cinqua pirsuni. E cci n' di shu nnu cintinaru alli pedi d'a muntagna i Shanta 'Lia."

...Questo mi comunica improvvisamente stasera l'amico Giuseppe Ruberto , storico e sensibile conoscitore del nostro territorio, inviandomi una foto di uno di questi patriarchi vegetali sambiasini. Mi dice che rientrano quasi tutti negli ex possedimenti della vecchia e misteriosa Abbazia dei S.S. Quaranta Martiri. Ne rimango entusiasta: Giuseppe conosce anche la storia dei nostri alberi più insigni! Si insigni, perché potrebbero conferirci lustro come e più dei nostri stessi personaggi noti per meriti letterari o politici, ma non sono considerati tali da nessuno. Un patrimonio storico e biologico immenso totalmente dimenticato che viene lasciato alla incuria più irresponsabile e al rischio della distruzione mentre si finanziano iniziative inutili e giullaresche come la celebrazioni del 50mo della fondazione di Lamezia.

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Gli antichi ''Vagli'' di Sambiase

Origini e significati dei "Vagli" nel centro storico di Sambiase(A)
di Ferdinando T.M. Vescio di Martirano

Il vaglio ('u vagliu), altro non è che l'ingresso, ad arco in muratura o in pietra (portale), che interrompe la continuità del tessuto murario di un fabbricato, così che da questo ingresso (vaglio), senza porta o cancello dalla strada dà in un cortile interno pubblico, o a uno spazio o un orto. Per certi novelli cultori e ricercatori dell'antico, il vaglio resta un mistero, una geniale invenzione architettonica popolare, mentre invece in realtà è un banale espediente.

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