Abbazie

I ruderi della chiesa bizantina in località S. Pietro

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I ruderi della chiesa bizantina in località S. Pietro

 di Giuseppe Ruberto

Numerose sono state le miei escursioni solitarie tra boschi e Piana Lametina al fine di individuare i luoghi in cui i monaci bizantini edificarono i loro cenobi, chiese e monasteri. La contrada S. Sidero, nell'ex comune di Sambiase fu la loro sede principale sino alla comparsa nel 1069 dell'esercito Normanno, i cui capi guerrieri erano due girovaghi cavaliere, Ruggero I e Roberto d'Altavilla (fratelli). La loro opera di distruzione di quanto si richiamasse a Bisanzio fu il principale obbiettivo, grazie al consenso di un istigato Papa. Ad esempio il territorio dove sorgeva il monastero imperiale di S.Costantino divenne baronia della Mensa Vescovile, con a capo un Vescovo-militare normanno. Furono requisiti tutti i Brebion in possesso al metropolita di Reggio, nei quali erano elencati tutti i beni ricadenti in terra Bruzia. Tutto fu manomesso, tra cui un Diploma dove la nostra piccola comunità bizantina divenne subalterna a quella "divenuta" normanna!
Dopo tanti secoli la segnalazione negli anni ' 90 di un privato per la salvaguardia di alcuni ruderi appartenenti ad una chiesetta bizantina (di epoca rinascimentale) di proprietà di una nobildonna, posizionata in quella baronia di S.Sidero, dove i Sambiasini coltivavano per tutta la Calabria l'uva zibibbo! Era questo un piccolo edificio religioso dove con molta probabilità tra il  '400 al '600 vi si praticavano ancora il rito religioso greco-ortodosso.
La chiesetta, che ha una sua pianta a croce greca, è un luogo dove storia e mito si incontrano e fondono in un racconto che non smette di affascinare, nonostante il trascorrere dei secoli. La sua bellezza e la perfetta simmetria sono rimaste intatte nonostante le erbacce e l'abbandono degli addetti ai beni culturali, comunali, provinciali e regionali.
Si evidenzia lo stretto portico dell'entrata, il nartece (contr.to color marrone ...) dal quale si diffondono i quattro bracci di uguale misura tra la navata (posta al centro) ed il transetto (trasversale) i quali, come tradizione architettonica bizantina vuole, entrambi hanno la stessa perfetta lunghezza(contr.to in rosso). Si continuare per il presbiterio (contr.to in giallo) sede dell'altare, per arrivare alla semicupola dell'abside (contr,to in azzurro).Hai lati del segmento longitudinale, del presbitero, rispettivamente , color verde lo spazio del campanile, mentre con il color rosa lo spazio che doveva essere la sacrestia....adibita a "turra" nel 1936...Curiosità. ...a lato della porta, la vasca per il ramato! Un particolare non minore vista la familiarità del suo utilizzo. Non di meno i querceti lungo il fiumiciattolo le cui acque alimentano tutt'oggi quel fiume "Pisciro" tanto caro a quegli Achei, venuti da Krotone, per fondare, secondo quanto è stato accertato dalla Sovrintendenza archeologica, la città di Terina.

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